In ambito finanziario, i beni rifugio rappresentano forme di investimento ritenute più sicure di tutte le altre nel corso di periodi di forte incertezza economica.
In una fase di crisi, come quella che stiamo attraversando a partire dal 2020 (con la congiuntura di pandemia, guerra in Ucraina, aumento del costo dell’energia, inflazione galoppante e, da ultimo, il riemergere del conflitto in Medio Oriente), i beni rifugio suscitano una particolare attrazione, dunque è importante approfondire il tema per analizzarne tutte le sfaccettature.
In questo articolo scopriremo cos’è un bene rifugio, a partire dalla sua definizione e dalle caratteristiche che lo differenziano da altre tipologie di investimento.
Vedremo, poi, a cosa servono i beni rifugio e per quali ragioni vengono utilizzati dagli investitori, ma facendo attenzione ai rischi connessi a termini come “rifugio” e “sicurezza”.
Infine, andremo ad analizzare le principali tipologie di beni rifugio e le fasi economiche in cui la loro adozione è consigliabile, senza mai perdere di vista l’importanza della diversificazione.
Cos’è un bene rifugio?
Il Comitato Edufin, comitato ministeriale che si occupa della diffusione dell’Educazione finanziaria in Italia, ci offre nel suo Glossario una definizione di bene rifugio:
“È un bene che ha un valore intrinseco, “reale”, che tende a conservare il proprio valore anche a seguito di un incremento del livello generale dei prezzi. L’investimento in un bene rifugio non ha in genere scopo speculativo, quanto piuttosto di protezione da un periodo di crisi economica (e finanziaria) o da un periodo di forte instabilità dei prezzi. Esempi di beni rifugio sono l’oro (al pari di altre materie prime preziose come argento, platino), i diamanti, i beni immobili, i titoli di stato dei Paesi economicamente e finanziariamente più solidi, alcune valute ritenute affidabili (anche perché impiegate in larga scala nei commerci mondiali).”
Sintetizziamo qui le caratteristiche tipiche di questa forma di investimento:
- ha un valore intrinseco, cioè possiede un valore in sé indipendentemente da quello che può acquisire in seguito alle contrattazioni sul mercato (l’oro è l’esempio più immediato);
- ha un valore potenzialmente stabile anche in fasi economiche critiche;
- non ha in generale uno scopo speculativo, dunque viene utilizzato con intenti di protezione del patrimonio dell’investitore in fasi turbolente.
A cosa servono i beni rifugio?
Come abbiamo visto, il ruolo dei beni rifugio è quello di costituire strumenti finanziari sicuri a cui affidare i propri capitali in periodi di instabilità, proteggendo i patrimoni dalle perdite.
Si tratta, infatti, di asset che potenzialmente possono:
- mantenere il proprio valore nel tempo;
- aumentare di valore in fasi di declino dei mercati.
Le ragioni per cui si decide di investire in uno o più beni rifugio possono essere molteplici:
- protezione del capitale dedicato agli investimenti durante i periodi di incertezza;
- riduzione del rischio in quanto, in una strategia di diversificazione, l’inclusione dei beni rifugio nel portafoglio può contribuire a ridurre il rischio complessivo. Si tratta, infatti, di investimenti che spesso assumono un comportamento diverso rispetto ad altri strumenti finanziari nelle fasi di crisi economica;
- crescita del valore anche in momenti in cui i mercati finanziari registrano perdite generalizzate;
- tutela del capitale dagli effetti dell’inflazione poiché, dal momento che l’aumento generalizzato dei prezzi porta a una perdita del potere di acquisto dei capitali, investire nei beni rifugio – che crescono in maniera costante – può fungere da “copertura”;
- ricerca della stabilità, con l’obiettivo di ottenere un buon grado di sicurezza nel corso di periodi di crisi finanziaria.
Tuttavia, bisogna fare molta attenzione al significato delle parole “rifugio” e “sicurezza” in ambito finanziario.
È bene ricordare, infatti, che non esiste un investimento totalmente privo di rischi per il capitale investito, ma solo impieghi potenzialmente più sicuri di altri. Questo è un passaggio fondamentale per non rinunciare del tutto alla diversificazione del proprio portafoglio per timore delle perdite, finendo così col concentrare tutto il proprio patrimonio su un solo bene rifugio.
Facciamo l’esempio dei beni rifugio rappresentati dagli immobili: sebbene nel tempo il “mattone” si sia rivelato un investimento potenzialmente sicuro, vanno sempre considerati fattori non controllabili, come eventi catastrofici, che possono rappresentare un rischio enorme per detto investimento.
Dunque, anche nel caso dei beni rifugio è importante avere una buona consapevolezza dei rischi, che non è mai possibile azzerare completamente.
Su questo tema consigliamo il nostro approfondimento Perché è importante diversificare gli investimenti.
Quali sono i principali beni rifugio?
Vediamo, adesso, quali sono i beni rifugio su cui solitamente si investe per proteggere il proprio capitale in fasi critiche:
- oro: è l’esempio a cui tutti pensano quando si tratta di questo tipo di investimento, poiché è considerato sicuro in periodi di incertezza economica, dal momento che mantiene il suo valore nel tempo;
- titoli di Stato: sono da considerarsi più sicuri, o meno rischiosi, soprattutto nel caso in cui si tratti di titoli emessi da governi ritenuti stabili e affidabili dalle agenzie di rating (che si occupano di valutare appunto la solidità dei titoli), poiché rappresentano il debito di un Paese il cui fallimento è molto poco probabile;
- valute stabili: talune valute (il dollaro statunitense tra tutte) sono spesso acquistate dagli investitori nei periodi di crisi finanziarie;
- immobili: in passato era considerato il bene rifugio per eccellenza, ma con il tempo la sicurezza si è spostata in particolare sulle proprietà immobiliari site in località e zone specifiche (un immobile in un Paese in guerra o politicamente instabile non ha la stessa stabilità finanziaria di un appartamento in una grande capitale europea o statunitense, per intenderci);
- beni di valore: vini o liquori pregiati, opere d’arte, oggetti di lusso (orologi, auto d’epoca, ecc.), per fare alcuni esempi, sono beni mobili che possono vedere crescere considerevolmente il proprio valore nel tempo;
- pietre preziose: diamanti, rubini, smeraldi. Le pietre preziose mantengono stabile, se non in crescita, il proprio valore perché, come per l’oro, possiedono la caratteristica della scarsità.
Questo non è un elenco esaustivo dei beni rifugio, poiché in un sistema finanziariamente complesso come quello in cui viviamo e operiamo, anche il concetto di bene rifugio si evolve nel tempo. Basti pensare nuovamente alla questione degli immobili, un tempo molto più sicuri e liquidi (cioè facilmente trasformabili in denaro) come investimento di quanto accade oggi.
Quando investire in beni rifugio?
Sono diverse le fasi economiche in cui è consigliabile dedicare parte del proprio portafoglio ai beni rifugio.
Vediamole nel dettaglio:
- incertezza economica: ad esempio, perché ci sono turbolenze sui mercati e una forte volatilità dei prezzi;
- recessione: durante una fase di arretramento dell’economia;
- crisi finanziarie: ad esempio, quella dei mutui subprime del 2007 o del debito sovrano nel 2011;
- mercati finanziari in perdita: dunque, in una fase caratterizzata da una generalizzata tendenza al ribasso di titoli azionari e obbligazionari;
- inflazione elevata, come abbiamo già visto nei paragrafi precedenti;
- situazione geopolitica instabile: ad esempio in caso di guerre regionali che però hanno effetti e ripercussioni anche a livello globale, situazione sempre più frequente in un mondo economicamente interconnesso.
Purtroppo, si tratta di fasi ormai molto note, poiché dalla pandemia in poi siamo entrati in un periodo che viene definito di multicrisi, e ci troviamo spesso a fronteggiare queste situazioni anche contemporaneamente.
Concludiamo ricordando che, in un contesto economico molto complesso come quello attuale, la scelta di investire nei beni rifugio resta legata alle esigenze personali dell’investitore, ai suoi obiettivi finanziari, all’orizzonte temporale a disposizione e anche alla consistenza del patrimonio.
Si tratta di fattori da tenere in seria considerazione, al fine di decidere quale sia la strategia più adatta per non cadere su soluzioni semplici e sicure solo in apparenza.